Giulio Pio Dima
Le conseguenze di una Fake News… a cena
Le fake news sono una problematica che, con l’avvento dei social, si fa sempre più largo nelle notizie che ci vengono caricate ogni giorno e tutti, dai più grandi ai più giovani, ne possono cadere. Perché ho iniziato così questo capitolo della mia autobiografia? Semplice perché il discorso fatto a tavola, un lunedì sera di gennaio nel 2021 merita un posto specifico in questo libro.
Andiamo con ordine: questa discussione a cena nacque perché il padre di un amico di vecchia data decise di condividere una vecchia fake news, chiamata anche “bufala” a quel tempo. La notizia parlava del logo dorato di “Facebook” se si condivideva un post (solitamente catena) per rendere il proprio profilo sicuro a livello di privacy… chi leggerà questa biografia ora, nel 2050, probabilmente ci prenderà in giro ma sappiate che le cose, in quel tempo, erano diverse… molto diverse.
Basti pensare che, al tempo, si poteva creare una notizia falsa, renderla virale e poi riproporla ciclicamente e chi, per ignoranza della tecnologia o per facile credulità ci cascavano varie volte… ovviamente bisogna dire che chi creava le notizie ci metteva molto impegno a toccare gli argomenti giusti e un modo di scrivere il più possibile simile a quello dei giornalisti spesso storpiando leggermente il nome di quotidiani reali. A cadere nelle notizie false erano le persone più grandi, la generazione Boomer (per generazione Boomer si intende la generazione nata durante il boom economico, anche se al tempo il termine veniva usato in senso dispregiativo da alcuni giovani) ma capitava anche che qualche giovane, appena entrato nel mondo del web, ci credesse.
Ora vi stareste chiedendo perché ho voluto creare una parentesi prima di tornare alla storia, l’ho fatto solo per spiegare che non c’è bisogno di prendere in giro perché qualcuno abbia creduto in una fake news, ma bisogna capire che non tutti “masticano” il web dalla mattina alla sera, la mia generazione ci è nata nel web, le precedenti no… Ma ora mi sembra il caso di tornare al ricordo.
Ricordo fosse una sera fredda, eravamo tutti e quattro in casa. Ricordo che stavo preparando io la cena, ho sempre amato la cucina quindi lo facevo con molta gioia. Mio fratello invece giocava alla sua Playstation. Al tempo doveva avere circa 15 anni, io invece 26, aveva i capelli corti, con ciuffo, biondo come mamma e con gli occhi scuri, magro e genio della matematica.
I miei riposavano entrambi sul divano, stanchi dopo il lavoro, mamma infermiera e papà ingegnere. Io invece avevo finito lo stage da giornalista, mi era sempre piaciuto scrivere, dire la mia, dare voce alla verità ed ero riuscito, dopo la laurea, a far parte di un giornale, aspettavo il nuovo contratto che sarebbe arrivato nei giorni successivi.
Il discorso, da quel che ricordo, lo aprii io. Eravamo disposti a tavola con me, di fronte mio padre, alla mia destra mio fratello e a sinistra mia madre, dall’aria stanca. Sentiva il peso dei suoi cinquant’anni con 27 di servizio, in piena pandemia poi… Non ricordo, mi perdonerete, cosa stavamo mangiando ma dissi: -Ma lo sapete che Giovanni, il padre di Alessio, ha condiviso questa catena su Facebook? Gli ho commentato dicendo che era una fake news-
Mio fratello fece una risata mentre masticava, mio padre fece un sorriso e mia madre invece sospirò: – e cosa ti ha detto? –
-Letteralmente “lo so ma lo condivido lo stesso, sai non si sa mai”. Giuro volevo sotterrarmi. Non sapevo se commentare ironicamente o seriamente e ho lasciato perdere –
Ancora tutti risero e mia madre sospirò -Vabbe non fa niente di male, alla fine cosa cambia? –
-Oh oh – disse mio fratello nel momento in cui mia madre finì la frase per prendere un altro boccone, intanto io sospiravo.
-Madre- usavo questo modo con i miei genitori quando dicevano qualcosa di sbagliato e finivo per correggerli… -Cosa intendi per “cosa cambia?” –
-Ma dico, alla fine se pubblica o non pubblica una fake news non succede nulla, non è tutta questa fine del mondo! –
Sospirai, volevo davvero che stesse scherzando…purtroppo sapevo che non era così:
-Certo che succede qualcosa, come puoi anche solo lontanamente pensare che non sia così? Sai almeno cosa comporta creare e condividere una bufala? –
– Che le persone ci cascano e vengono prese in giro sui social? –
– No! Cioè sì dai ragazzini ma no! Condividere una fake news comporta molte problematiche che possono ricadere sulla salute fisica, mentale e sul lavoro –
-Si vabbe, il solito esagerato – disse mio padre, rimasto muto fino a quel momento. Mio fratello decise di guardare la scena da spettatore mentre continuava a mangiare.
-Non sono “il solito esagerato” padre. I danni delle fake news in realtà sono enormi. Mamma dovresti saperlo bene! Stanno spopolando le fake news sul vaccino, così nascono sempre più complottisti –
-Ma no, vedi Leo che quello dei social è un mondo finto, non sono davvero così le persone –
-No, madre, anzi Vanessa, il mondo social non è finto già da un po’. Quello che succede su internet si ripercorre nel mondo offline. Facendo l’esempio del vaccino di prima: se una fake news dice che il vaccino causa autismo e le persone ci credono, meno persone inizieranno a vaccinarsi, sempre di meno perché la notizia farà sempre più il giro dei profili delle persone. Oppure, padre, Alberto, mettiamo il caso che qualcuno dica voci false negative su di te come architetto e come persona e non hai più lavori e vieni indagato, queste sono le conseguenze di una fake news –
– Tu sei un po’ paranoico su questo argomento – disse mia madre sospirando pesantemente.
– Non sono paranoico, le cose stanno davvero così! –
-Mi dici perché dovrebbero dire cose false? – disse pacato mio padre
– Per vendetta o invidia? – risposi con un tocco di saccenza
– Sai che è denunciabile? –
-Si ma sai quanto siamo lenti con la procedura? Prima che prendi la giustizia sei marchiato, i social, se usati male, distruggono –
– Quindi cosa pensi di fare tu? – Mia madre mi guardava come se avessi torto e fossi pazzo.
– Intanto scriverò un articolo sul tema delle fake news dove spiego il male che fanno… –
– E vuoi diventare virale con un articolo ben scritto? – parlò finalmente mio fratello che si era gustato la cena e la scena. I suoi occhi erano molto pungenti. Mio fratello andava subito al sodo, senza mezzi termini. -Non funzionerà mai –
-Ne sono consapevole, Teo – risposi sospirando rammaricato – cosa mi proponi di fare? –
– Prova a fare un esperimento sociale. Scrivi una fake news, con un nome finto e se diventa virale fai un post in cui spieghi tutto, oppure un clickbait in cui l’articolo spiega quello che vuoi dire, sarà più virale già dal titolo –
-Tentare non costa nulla, ci proverò –
– Secondo me state esagerando – mia madre era una donna molto testarda e voleva sempre avere ragione.
– Se dovessero cacciarti da lavoro per un pettegolezzo come la prenderesti? –
-Farei fuoco e fiamme –
-Il pettegolezzo è una fake news ed esistono da prima di internet, quindi – i miei non dissero più nulla ed era il loro modo di darmi ragione – Scacco matto.
Nei giorni successivi attuai quell’esperimento che ebbe un risultato interessante, l’articolo divenne virale confermando che in molti guardavano solo il titolo e in pochi leggevano il vero articolo all’interno. Con gli anni aprii un sito di informazione mio per combattere le fake news insieme ad altre persone.
La fake news fa molto più male di quel che sembri, non dimenticatelo mai.